Sono venuto a gettare fuoco sulla terra GIOVEDÌ 22 OTTOBRE 2020
GIOVEDÌ 22 OTTOBRE (Lc 12,49-53)
Il fuoco non è quello di Elia, invocato per incendiare il sacrificio e così attestare che solo il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe è il vero Dio: “Al momento dell’offerta del sacrificio si avvicinò il profeta Elia e disse: «Signore, Dio di Abramo, di Isacco e d’Israele, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose sulla tua parola. Rispondimi, Signore, rispondimi, e questo popolo sappia che tu, o Signore, sei Dio e che converti il loro cuore!». Cadde il fuoco del Signore e consumò l’olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l’acqua del canaletto. A tal vista, tutto il popolo cadde con la faccia a terra e disse: «Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!»” (Cfr. 1Re 18,1-38). Non è questa la via perché Gesù manifesti la sua verità. Lui è il Profeta promesso e mandato dal Signore. Un altro fuoco scenderà per confermare il mondo e i suoi discepoli nel loro essere dal Padre.
Neanche è il fuoco che scende dal cielo e consuma quanti sono suoi avversari: “Allora il re gli mandò un comandante di cinquanta con i suoi cinquanta uomini. Questi salì da lui, che era seduto sulla cima del monte, e gli disse: «Uomo di Dio, il re ha detto: “Scendi!”». Elia rispose al comandante dei cinquanta uomini: «Se sono uomo di Dio, scenda un fuoco dal cielo e divori te e i tuoi cinquanta». Scese un fuoco dal cielo e divorò quello con i suoi cinquanta. Il re mandò da lui ancora un altro comandante di cinquanta con i suoi cinquanta uomini. Questi gli disse: «Uomo di Dio, ha detto il re: “Scendi subito”». Elia rispose loro: «Se sono uomo di Dio, scenda un fuoco dal cielo e divori te e i tuoi cinquanta». Scese il fuoco di Dio dal cielo e divorò lui e i suoi cinquanta. Il re mandò ancora un terzo comandante di cinquanta con i suoi cinquanta uomini. Questo terzo comandante di cinquanta salì e, giunto, cadde in ginocchio davanti a Elia e lo supplicò: «Uomo di Dio, sia preziosa ai tuoi occhi la mia vita e la vita di questi tuoi cinquanta servi. Ecco, è sceso un fuoco dal cielo e ha divorato i due primi comandanti di cinquanta con i loro uomini. Ora la mia vita sia preziosa ai tuoi occhi»” (Cfr. 2Re 1,1-18). Non c’è bisogno di alcun fuoco. Ognuno sarà consumato, arso, bruciato per l’eternità dal suo peccato. Gesù è custodito dal Padre sempre.
I discepoli avrebbero voluto attestare la verità di Gesù come è stato per Elia: “Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio” (Lc 9,51-56). Gesù non è Elia. La sua missione è differente. Lui manifesterà la sua verità lasciandosi catturare e crocifiggere.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Ecco il fuoco di Gesù: lo Spirito Santo. Egli dovrà sgorgare dal fuoco eterno, divino, umano che è nel suo cuore trafitto per amore: “Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi” (At 2,1-4). Il fuoco eterno di amore che è il Padre è tutto nel cuore di Cristo. Dal cuore di Cristo sempre dovrà sgorgare il fuoco eterno dello Spirito Santo. Cuore di Cristo e anche del cristiano.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il cristiano sia fuoco di verità dello Spirito Santo.
Commento al Vangelo estratto dai Homily Voice. – Mons. Costantino Di Bruno
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