Pregate dunque il signore della messe GIOVEDÌ 1 OTTOBRE 2020
GIOVEDÌ 1 OTTOBRE (Lc 10,1-12)
Il regno di Dio si costruisce in Cristo, per Cristo, con Cristo. La prima via per costruire il regno di Dio è la preghiera perché il padrone della messe mandi operai nella sua messe. Senza operai né si semina né si raccoglie. Il campo resta incolto e le erbe cattive ne prendono possesso. La preghiera secondo l’intenzione dataci da Gesù Signore rivela il nostro amore per il regno di Dio. Se preghiamo con tutto il cuore, senza mai stancarci, il Signore sempre aggiungerà operai ad operai. Se non preghiamo, la messe sarà sempre molta e gli operai pochi, perché il padrone vuole che siamo noi i responsabili in ogni cosa per tutto ciò che è edificazione del suo regno nei cuori degli uomini. La preghiera però va sempre fatta osservando tutte le regole di essa: mani innocenti, cuore puro, perdono, riconciliazione, purezza dei sentimenti, libertà da ogni vizio, assenza in noi della trasgressione dei Comandamenti.
Ogni singolo discepolo o apostolo di Gesù è come Mosè. Non può condure da solo un popolo numeroso: “Mosè disse al Signore: «Perché hai fatto del male al tuo servo? Perché non ho trovato grazia ai tuoi occhi, al punto di impormi il peso di tutto questo popolo? L’ho forse concepito io tutto questo popolo? O l’ho forse messo al mondo io perché tu mi dica: “Portalo in grembo”, come la nutrice porta il lattante, fino al suolo che tu hai promesso con giuramento ai suoi padri? Da dove prenderò la carne da dare a tutto questo popolo? Essi infatti si lamentano dietro a me, dicendo: “Dacci da mangiare carne!”. Non posso io da solo portare il peso di tutto questo popolo; è troppo pesante per me. Se mi devi trattare così, fammi morire piuttosto, fammi morire, se ho trovato grazia ai tuoi occhi; che io non veda più la mia sventura!» Il Signore disse a Mosè: «Radunami settanta uomini tra gli anziani d’Israele, conosciuti da te come anziani del popolo e come loro scribi, conducili alla tenda del convegno; vi si presentino con te. Io scenderò e lì parlerò con te; toglierò dello spirito che è su di te e lo porrò su di loro, e porteranno insieme a te il carico del popolo e tu non lo porterai più da solo” (Num 11,11-17). Gesù chiede ai discepoli di manifestare la loro pochezza al Signore, prima ancora di iniziare la missione. La loro preghiera nasce dall’obbedienza.
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
La seconda via è mostrare il regno edificato nel nostro corpo. Questa regola è di Paolo: “Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga criticato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con sapienza, con magnanimità, con benevolenza, con spirito di santità, con amore sincero, con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama; come impostori, eppure siamo veritieri; come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo; come puniti, ma non uccisi; come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto! (2Cor 6,3-10). Con queste due regole, si è testimoni credibili e possiamo annunziare la Parola.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che i discepoli siano esemplari in ogni cosa.
Commento al Vangelo estratto dai Homily Voice. – Mons. Costantino Di Bruno
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