Perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? VENERDÌ 23 OTTOBRE 2020
VENERDÌ 23 OTTOBRE (Lc 12,54-59)
Per giudicare da noi stessi ciò che è giusto è necessario avere il cuore colmo di sapienza soprannaturale. Quando si cade nell’idolatria, da essa sempre si precipita nell’immoralità. Un cuore immorale è sempre chiuso alla sapienza e alla verità. Vedrà ogni cosa dalla stoltezza, dall’insipienza, dalla falsità, dalla menzogna. La Parola del Signore ci rivela che il cuore impuro, immondo, idolatra giunge fino a soffocare la verità nell’ingiustizia. Ecco cosa insegna il Libro della Sapienza: “Inoltre non fu loro sufficiente errare nella conoscenza di Dio, ma, vivendo nella grande guerra dell’ignoranza, a mali tanto grandi danno il nome di pace. Celebrando riti di iniziazione infanticidi o misteri occulti o banchetti orgiastici secondo strane usanze, non conservano puri né la vita né il matrimonio, ma uno uccide l’altro a tradimento o l’affligge con l’adulterio. Tutto vi è mescolato: sangue e omicidio, furto e inganno, corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro, sconcerto dei buoni, dimenticanza dei favori, corruzione di anime, perversione sessuale, disordini nei matrimoni, adulterio e impudicizia. L’adorazione di idoli innominabili è principio, causa e culmine di ogni male. Infatti coloro che sono idolatri vanno fuori di sé nelle orge o profetizzano cose false o vivono da iniqui o spergiurano con facilità” (Sap 14,22-28). Chi vuole giudicare secondo giustizia, verità, retto giudizio, deve abbandonare idolatria e immoralità ed entrare nella verità della rivelazione, prestando ogni obbedienza alla Legge del Signore. Tutto è dalla Legge, nella Legge.
Lo Spirito Santo conferma questa verità antica attraverso la voce dell’Apostolo Paolo: “Infatti l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen” (Rm 1,18-25). Quando si soffoca la verità nell’ingiustizia, diviene impossibile giudicare con retto e giusto giudizio. Manchiamo della verità oggettiva. Dalla verità soggettiva anche il giudizio è soggettivo. Un giudizio soggettivo ha il suoi principi di discernimento nel cuore falso dell’uomo. Falsità dalla falsità.
In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
L’incapacità di vedere il bene, il giusto, che è buono e merita lode, non è di natura, ma di peccato. Perché un telescopio spaziale possa leggere in modo perfetto, senza alcun errore, quanto vi è nella mappa del cielo sconfinato e lontano, si cercano luoghi dove l’aria è purissima. Basta anche un po’ di polvere sulla lente esterna e la lettura potrebbe risultare falsata. La stessa legge vale per gli occhi sia del corpo che dello Spirito. Se noi inquiniamo gli occhi interni ed esterni di peccato, idolatria, ogni nefandezza, abominio e immoralità, essi divengono incapaci di leggere e di discernere. Non è però per incapacità di natura, ma di peccato. Se oggi l’uomo è incapace di vedere il bene e tutto il male pensa che sia bene, questa visione distorta è solo per il peccato. Si tolga il peccato e si ritornerà a vedere secondo verità.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che viviamo senza peccato. Vedremo dalla verità.
Commento al Vangelo estratto dai Homily Voice. – Mons. Costantino Di Bruno
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