Nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo MERCOLEDÌ 21 OTTOBRE 2020
MERCOLEDÌ 21 OTTOBRE (Lc 12,39-48)
Oggi l’escatologia cristiana è fortemente in crisi. Le quattro verità di cui essa si compone non sono più credute. Non si crede nella repentinità della morte. Essa può venire in ogni momento. Non ci sono ore in cui si muore e ore in cui non si muore. Un istante prima si è sulla terra e un attimo dopo si è già nell’eternità. Non credendo in questa prima verità, ognuno fa della terra la sua eternità. Si vive come se non si dovesse morire mai. Quando poi la morte viene – e ogni giorno essa viene quando nessuno l’attende – allora ci si ribella. Non la si accoglie. La si vive in modo profano. Si fa di essa uno spettacolo. La si vive in modo falso dai vivi. Ma anche quanti da essa vengono afferrati spesso non hanno coscienza di ciò che verrà nel momento in cui si entra nell’eternità. Persa la verità della morte, tutta la vita viene trasformata in falsità.
La Parola di Dio ci rivela che, nell’istante in cui si entra nell’eternità, c’è il giudizio inappellabile del Signore, il quale giudicherà secondo le opere di ciascuno. Il giudizio però non sarà per tutti uguale. Il cristiano sarà giudicato sul fondamento della Parola. Il pagano sulla sua capacità di aver messo a frutto, per il più grande bene di tutti, i doni che il Signore gli ha elargito. Tutti poi saremo giudicati sulle opere di misericordia materiali e spirituali. Non solo nessuno più crede nel giudizio di Dio, ma neanche si crede nella particolarità del giudizio. Esso non è per tutti uguali. Il Papa sarà giudicato per le sue responsabilità di papa, il vescovo per il suo ministero di vescovo e così anche il presbitero e il diacono. Anche il cresimato e il battezzato avranno ognuno il loro proprio giudizio. Tutti coloro che sono stati investiti di una qualche autorità, anche loro, ognuno sarà giudicato con particolare giudizio. Capi di Stato o di Governo, Ministri, Deputati, Senatori, Magistrati, Professori, Filosofi, Dottori, Maestri, Scienziati, ognuno sarà giudicato secondo la sua speciale, particolare missione esercitata in vita. Il ricco sarà giudicato in ordine all’uso della sua ricchezza, ma anche il povero in relazione alla sua povertà. La stessa regola vale per il sano e per l’ammalato. Ognuno dovrà rendere conto del ruolo svolto mentre era sulla terra. Poiché le opere sono personali, anche il giudizio è personale. Ma anche questa verità è morta. Non fa più parte della sana dottrina e della retta regola della fede.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Chi ha conosciuto il Vangelo sarà giudicato secondo il Vangelo con retto giudizio. Chi invece non ha conosciuto il Vangelo, sarà giudicato secondo le regole della sua coscienza. Nessuno potrà giustificarsi dinanzi al Signore per il male da lui operato. Ciò che è male per noi – e ognuno sa ciò che è male per sè – è male anche per gli altri e non va fatto. Ciò che è bene per noi, è bene anche per gli altri è va fatto. Una coscienza non illuminata dal Vangelo non per sua colpa, sarà giudicata tenendo conto della non illuminazione. Chi invece è stato illuminato dal Vangelo, sarà giudicato secondo il Vangelo. Dal giudizio dipenderà la nostra eternità. Sarà di gioia eterna, se saremo stati trovati giusti. Di ignominia e di infamia eterna, se saremo stati trovati ingiusti, empi, immorali. Siamo stati avvisati. Paradiso e inferno sono nelle nostre mani.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che i cristiani tornino alle sorgente della loro fede.
Commento al Vangelo estratto dai Homily Voice. – Mons. Costantino Di Bruno
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