E voi siete tutti fratelli SABATO 22 AGOSTO 2020
SABATO 22 AGOSTO (Mt 23,1-12)
Dicendo che noi siamo tutti fratelli, in Lui, che è il nostro Fratello, perché vero uomo, oltre che vero Dio, vero figlio di Adamo, oltre che vero Figlio del Padre, da Lui generato nell’oggi dell’eternità, prima del tempo, Gesù chiede ad ogni fratello di essere redentore e salvatore di ogni altro suo fratello, cioè ogni altro uomo. Leggiamo nella Lettera agli Ebrei: “Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza. Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, in mezzo all’assemblea canterò le tue lodi; e ancora: Io metterò la mia fiducia in lui; e inoltre: Eccomi, io e i figli che Dio mi ha dato. Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova” (Eb 2,10-,18). Da questa verità cristologica – oltre che antropologica – nasce una soteriologia nuova.
Dal momento del battesimo, ogni discepolo di Gesù riceve la missione di operare la redenzione per la salvezza dei suoi fratelli. La missione non è per tutti uguale. Altra è la missione del battezzato e altra quella del cresimato. Altra la missione del diacono e altra la missione del presbitero. Altra la missione del vescovo e altra quella del papa. Altra la missione del profeta e altra quella del Maestro, del Dottore, del Professore, del Teologo. Ognuno secondo la sua particolare conformazione Cristo Signore, in misura dei doni e del carisma, della speciale volontà di Dio a lui manifestata, deve impegnare tutto se stesso, sull’esempio di Gesù Signore, al fine di condurre i suoi fratelli, prima nel corpo di Cristo Gesù e poi, sempre nel corpo e per il corpo di Gesù Signore, nel regno eterno del Padre. Questo lavoro di redenzione è ininterrotto e sull’esempio di Cristo Gesù la vita va consegnata al Padre tutta intera, senza tenere nulla per sé.
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Se si è servi e ministri della redenzione e della salvezza, mai ci si potrà innalzare sopra gli altri. Ognuno è chiamato a servire dall’ultimo posto, ma sempre dalla volontà di Dio, nello Spirito Santo, per Cristo, mai dal nostro cuore o ponendoci sopra gli altri. Nella religione della redenzione dei fratelli non c’è spazio per la superbia, la vanagloria, l’invidia, la gelosia, l’arrivismo, la compera e la vendita dei posti di prestigio. In essa c’è solo un ultimo posto nel quale collocarsi e dal quale spendere la vita per la redenzione dei cuori. Quella degli scribi e dei farisei era la religione della carne e delle sue opere. La religione di Cristo Gesù è la religione dello Spirito Santo e dei suoi frutti. Chi obbedisce allo Spirito di Dio, come vero corpo di Gesù, come vero figlio del Padre, coopera alla redenzione dei suoi fratelli. Dalla disobbedienza nessuna redenzione.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci fratelli di ogni nostro fratello in Cristo per la salvezza.
Si ringrazia per la concessione movimentoapostolico.it
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