Commento al Vangelo. Martedì, 7 Luglio 2020
Come pecore che non hanno pastore.
MARTEDÌ 7 LUGLIO (Mt 9,32-38)
La donna, che da dodici anni soffriva di perdite di sangue, senza alcuna possibilità di guarigione, sembra viva, mentre in realtà vive di vera morte sociale. La legge la dichiarava impura. Tutto ciò che essa toccava, diveniva impuro: “Quando una donna abbia flusso di sangue, cioè il flusso nel suo corpo, per sette giorni resterà nell’impurità mestruale; chiunque la toccherà sarà impuro fino alla sera. Ogni giaciglio sul quale si sarà messa a dormire durante la sua impurità sarà impuro; ogni mobile sul quale si sarà seduta sarà impuro. Chiunque toccherà il suo giaciglio, dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell’acqua e sarà impuro fino alla sera. Chi toccherà qualunque mobile sul quale lei si sarà seduta, dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell’acqua e sarà impuro fino alla sera. Se un oggetto si trova sul letto o su qualche cosa su cui lei si è seduta, chiunque toccherà questo oggetto sarà impuro fino alla sera. Se un uomo ha rapporto intimo con lei, l’impurità viene a contatto con lui: egli resterà impuro per sette giorni e ogni giaciglio sul quale si coricherà resterà impuro. La donna che ha un flusso di sangue per molti giorni, fuori del tempo, o che lo abbia più del normale, sarà impura per tutto il tempo del flusso. Ogni oggetto sul quale siederà sarà impuro. Chiunque toccherà quelle cose sarà impuro; dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell’acqua e sarà impuro fino alla sera. Se sarà guarita dal suo flusso, conterà sette giorni e poi sarà pura. L’ottavo giorno prenderà due tortore o due colombi e li porterà al sacerdote, all’ingresso della tenda del convegno. Il sacerdote ne offrirà uno come sacrificio per il peccato e l’altro come olocausto e compirà per lei il rito espiatorio davanti al Signore, per il flusso che la rendeva impura” (Lev 15,19-30). La condizione di questa donna era di grande sconforto. Viveva, ma era come se fosse morta. Dal suo dolore trova una via di salvezza. Se lei riuscirà solo a toccare Cristo Gesù, sarà guarita. Non sarà lei a rendere impuro Cristo Gesù. Sarà Cristo Gesù a renderla pura per sempre. Questa fede viene lodata da Gesù. È una fede sapiente, intelligente, capace di andare oltre la stessa Legge antica. Questa fede chiede sempre Gesù ai suoi discepoli. Una fede capace di andare sempre oltre la lettera della Legge, della Scrittura, del Vangelo.
Quando il popolo di Dio è senza il pastore, esso entra nella grande menzogna. Perde il contatto con la verità. La falsità diviene il suo pane. Basta leggere uno dei tanti profeti dell’Antico Testamento e subito viene messa in luce la grande menzogna nella quale il popolo consuma i suoi giorni: ”Il figlio onora suo padre e il servo rispetta il suo padrone. Se io sono padre, dov’è l’onore che mi spetta? Se sono il padrone, dov’è il timore di me? Dice il Signore degli eserciti a voi, sacerdoti che disprezzate il mio nome. Voi domandate: «Come lo abbiamo disprezzato il tuo nome?». Offrite sul mio altare un cibo impuro e dite: «In che modo te lo abbiamo reso impuro?». Quando voi dite: «La tavola del Signore è spregevole» e offrite un animale cieco in sacrificio, non è forse un male? Quando voi offrite un animale zoppo o malato, non è forse un male? Offritelo pure al vostro governatore: pensate che sarà soddisfatto di voi o che vi accoglierà con benevolenza? Dice il Signore degli eserciti. Oh, ci fosse fra voi chi chiude le porte, perché non arda più invano il mio altare! Non mi compiaccio di voi – dice il Signore degli eserciti – e non accetto l’offerta delle vostre mani! Poiché dall’oriente all’occidente grande è il mio nome fra le nazioni e in ogni luogo si brucia incenso al mio nome e si fanno offerte pure, perché grande è il mio nome fra le nazioni. Dice il Signore degli eserciti” (Mal 1,6-11). È questa la falsità e la menzogna del culto. Questa menzogna è frutto di un’altra che la genera e le dona vita: si tratta della menzogna su Dio.
La menzogna su Dio giunge alla negazione di ogni verità rivelata. L’uomo ha solo come pensiero i frutti della sua stoltezza, giustificatrice di ogni male: “Voi avete stancato il Signore con le vostre parole; eppure chiedete: «Come lo abbiamo stancato?». Quando affermate: «Chiunque fa il male è come se fosse buono agli occhi del Signore e in lui si compiace», o quando esclamate: «Dov’è il Dio della giustizia?» Duri sono i vostri discorsi contro di me – dice il Signore – e voi andate dicendo: «Che cosa abbiamo detto contro di te?». Avete affermato: «È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall’aver osservato i suoi comandamenti o dall’aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti? Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti». Allora parlarono tra loro i timorati di Dio. Il Signore porse l’orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome. Essi diverranno – dice il Signore degli eserciti – la mia proprietà particolare nel giorno che io preparo. Avrò cura di loro come il padre ha cura del figlio che lo serve. Voi allora di nuovo vedrete la differenza fra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo serve. Ecco infatti: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli dalla stalla. Calpesterete i malvagi ridotti in cenere sotto le piante dei vostri piedi nel giorno che io preparo, dice il Signore degli eserciti” (Mal 2,17: 3,13-21). Oggi siamo precipitati in una menzogna ancora più grande. Abbiamo abolito il male. Tutto è bene. Tutto è luce.
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Che oggi il popolo sia senza pastori, lo attesta il suo degrado morale. La verità del popolo è dalla verità del pastore. Avendo il pastore perso la verità di Dio, quale verità potrà dare al popolo? Solo i suoi pensieri di idolatria e di menzogna, falsità e inganno.
Madre di Dio, Angeli, Santi, dateci pastori secondo il cuore di Dio e la sua verità.
Si ringrazia per la concessione movimentoapostolico.it
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