Pubblicato da: Michele Festa

Commento della Parola.

MARTEDì 21 MARZO 202

MARTEDI IV SETTIMANA DI QUARESIMA 21 MARZO 2023
MEDITAZIONE SULLE LETTURE: Ez 47,1-9.12; Salmo 45;Gv 5,1-16.

OGGI: TRANSITO DI SAN BENEDETTO ABATE

 Il 21 marzo si celebrava il “transito”, cioè l’anniversario della morte del fondatore, del restauratore e propagatore della disciplina monastica in occidente, San Benedetto, la cui memoria, dal Concilio Ecumenico Vaticano II per motivi liturgici ora si celebra l’11 luglio… La tradizione vuole che Benedetto abbia voluto morire nell’oratorio, fortificato dalla celebrazione eucaristica, alzando le mani al cielo nella preghiera e sostenuto dai suoi discepoli. Una duplice visione, contemporanea e in luoghi diversi svelò ai sui discepoli l’ingresso di San Benedetto nell’Eterna Gloria: una strada adorna di drappi e sfolgorante di innumerevoli luci lo accolse verso il Cielo. Anche questa mirabile morte lo ha fatto invocare, dalla pietà cristiana come patrono dei moribondi. Oggi lo ricordiamo come patrono degli esorcisti e co-patrono d’Europa. La vita di questo meraviglioso santo è raccontata da San Gregorio Magno. Dalla «Regola» di San Benedetto, abate: Non antepongano a Cristo assolutamente nulla. Prima di ogni altra cosa devi chiedere a Dio con insistenti preghiere che egli voglia condurre a termine le opere di bene da te incominciate, perché non debba rattristarsi delle nostre cattive azioni dopo che si è degnato di chiamarci ad essere suoi figli. In cambio dei Suoi doni, gli dobbiamo obbedienza continua. Se non faremo così, Egli come Padre sdegnato, sarà costretto a diseredare un giorno i suoi figli e, come Signore tremendo, irritato per le nostre colpe, condannerà alla pena eterna quei malvagi che non l’hanno voluto seguire alla Gloria. Destiamoci, dunque, una buona volta al richiamo della Scrittura che dice: È tempo ormai di levarci dal sonno (cfr. Rm 13, 11). Apriamo gli occhi alla luce divina, ascoltiamo attentamente la voce ammonitrice che Dio ci rivolge ogni giorno: «Oggi se udite la sua voce non indurite i vostri cuori» (Sal 94, 8). E ancora: «Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese» (Ap 2, 7). E che cosa dice? Venite, figli, ascoltate, vi insegnerò il timore del Signore. Camminate mentre avete la luce della vita, perché non vi sorprendono le tenebre della morte (cfr. Gv 12, 35). Il Signore cerca nella moltitudine del popolo il Suo operaio e dice: C’è qualcuno che desidera la vita e brama trascorrere giorni felici? (cfr. Sal 33, 13). Se tu all’udire queste parole rispondi: Io lo voglio! Iddio ti dice: Se vuoi possedere la vera e perpetua vita, preserva la lingua dal male e le tue labbra non pronunzino menzogna: fuggi il male e fa’ il bene: cerca la pace e seguila (cfr. Sal 33, 14-15). E se farete questo, i miei occhi saranno sopra di voi e le mie orecchie saranno attente alle vostre preghiere: prima ancora che mi invochiate dirò: Eccomi. Che cosa vi è di più dolce, carissimi fratelli, di questa voce del Signore che ci invita? Ecco, poiché ci ama, ci mostra il cammino della vita. Perciò, cinti i fianchi di fede e della pratica di opere buone, con la guida del Vangelo, inoltriamoci nelle sue vie, per meritare di vedere nel Suo regno colui che ci ha chiamati. Ma se vogliamo abitare nei padiglioni del Suo Regno, persuadiamoci che non ci potremo arrivare, se non affrettandoci con le buone opere. Come vi è uno zelo cattivo e amaro che allontana da Dio e conduce all’inferno, così c’è uno zelo buono che allontana dai vizi e conduce a Dio e alla vita eterna. In questo zelo i monaci devono esercitarsi con amore vivissimo; e perciò si prevengano l’un l’altro nel rendersi onore, sopportino con somma pazienza le infermità fisiche e morali degli altri, si prestino a gara obbedienza reciproca. Nessuno cerchi il proprio utile, ma piuttosto quello degli altri, amino i fratelli con puro affetto, temano Dio, vogliano bene al proprio abate con sincera e umile carità. Nulla assolutamente anteponiamo a Cristo e così egli, in compenso, ci condurrà tutti alla vita eterna.

MEDITAZIONE SULLE LETTURE: Nella visione di Ezechiele, l’acqua che dà la salute e la vita simboleggia la grazia che Dio dispensa in abbondanza nel tempo messianico. Questo tempo è giunto con la venuta di Gesù Cristo. È il motivo per cui Gesù non conduce il malato alla piscina di Siloe, la sorgente della grazia dell’Antico Testamento, ma lo guarisce per mezzo della propria potenza. Egli lo fa di sabato, ed ordina al miracolato di portare il suo giaciglio nel giorno di sabato, poiché è giunto il tempo in cui è arrivata una grazia più grande della legge, e Gesù è il padrone del sabato. Nel Sacramento del Battesimo, tutti siamo stati integrati nel tempo messianico e, guariti dalla paralisi, abbiamo ricevuto l’ordine di partire e di portare i frutti della vita nello Spirito. Oggi Gesù ci dà un monito come ha fatto con il paralitico: dobbiamo avere paura di ricadere ancora nella schiavitù del peccato, affinché la nostra paralisi spirituale di cristiani non sia più grave della paralisi del paganesimo di cui Cristo ci ha liberati. Il tempo di Quaresima è il tempo dell’esame di coscienza. I nostri paesi, il mondo cristiano e post-cristiano non sono forse caduti di nuovo nel paganesimo, nell’idolatria del denaro, del successo e del potere? Non siamo forse di nuovo paralizzati tanto da non saper più vincere il male sociale, politico, familiare e personale? Le strutture del male sociale non costituiscono forse il letto della nostra malattia? O lo costituiscono con le opinioni e i costumi del nostro ambiente? Gesù chiama ognuno di noi a convertirsi. Ci offre la riconciliazione con il Padre e la guarigione. Ci dice oggi: alzati, porta con te il tuo giaciglio di malato, va’, vivi e fa’ il bene. Ognuno di noi, all’ascolto del Vangelo di oggi, deve trovare il suo compito nell’ordine di Gesù: “Alzati, cammina e non peccare più”.

CUM PETRO PUGNARE ET CUM PETRO REGNARE: Nel 1943, di ritorno dai campi della seconda guerra mondiale e specialmente da quelli di Russia; sentii il bisogno di dedicarmi improcrastinalmente alla causa dell’apostolato unionistico e di cominciare subito a fare qualche cosa per i Cristiani separatii, d’Oriente e d’Occidente. Fu per questo che, a Mantova prima ed a Roma poi, avvicinai le menti più quotate della cultura ed i cuori più accesi dello zelo apostolico per il “bonum animarum”. In mezzo alle inevitabili ed innumerevoli difficoltà – proprie di ogni buon inizio – Trovai anche molta comprensione, tanti consigli e qualche aiuto, per cui si potè giungere alla concezione ed alla attuazione della M.I.C.H.A.E.L.: Militia Internationalis Christiana Humilitatis Amoris et Laboris, per l’unione di tutti i Cristiani separati alla unità della Chiesa e dell’Associazione Internazionale UNITAS per l’unione spirituale di tutti i popoli. È di quel tempo l’inizio delle riviste “UNITAS” “L’UNITA’ CATTOLICA” e “MICHAEL” per difendere e diffondere la verità cristiana. Ora, invece, è la volta di OIKOUMENIKON che – in quaderni bimensili – vuol raccogliere Atti, documenti, articoli, conferenze e notizie riguardanti la causa e l’attività unionistiche della Santa Sede e di quanti altri intendono collaborare al vaticinato avvento dell’Unità di Magistero, dell’Unità di Governo e dell’Unità di Ministero di tutti i redenti da Cristo. La nostra rassegna – che chiameremmo volentieri “Analecta unionistica“ non può cominciare la sua attività editoriale senza ispirarsi a quegli Atti dell’Augusto Pontefice, Giovanni XXIII che costituiscono, ad un tempo, il nostro vanto migliore ed il nostro impegno più sacro, giusto il motto “cum Petro pugnare, et cum Petro regnare ut omnes unum sint in Cristo et in Ecclesia. Dagli “Acta Apostolicae Sedis”, dagli “Acta et Documenta Concilio Oecumenico Vaticano Secondo Apparando” Vol. I Serie I Antepreparatoria”, da L’Osservatorio Romano” e da qualunque altra stampa periodica o monografica noi andremo riportando, qui, solo e tutto quello che riguarda specificatamente l’Unità della Chiesa, poiché è solo di questo argomento che OIKOUMENIKON vuole interessarsi pubblicando, ogni quindici giorni, tutto quello che in proposito può reperire e sapere. I quaderni bimestrali di OIKOUMENIKON – che, unitamente ad altri preziosi lavori monografici di contenuto e di carattere uninionistico, andremo via via editando – costituiranno una pregevole biblioteca “De Unitate Ecclesiae“ che consentirà di seguire con intelletto d’amore l’immancabile trionfo della Santa Madre Chiesa in un solo Ovile con un solo Pastore. A nessuno può sfuggire l’importanza e l’opportunità di questa iniziativa che fornirà agli studiosi il materiale più prezioso per una documentazione quant’altro mai utile ad una adeguata cultura unionistica. È lo stesso Santo Padre che chiede a tutti un vivo interesse per il momento preparatorio al Concilio e di seguire il corso del suo svolgimento con profonda penetrazione di principi dottrinali, di cultura religiosa e di informazioni storiche. È bene – insiste amabilmente il Sommo Pontefice – che i fedeli siano pur essi edotti di quanto accade ed avverrà in merito alle ripercussioni ed ai risultati dell’eccezionale convegno. Invitiamo, quindi, tutti i Sacerdoti. I Rettori di Seminari ed i Superiori di Istituti Religiosi a dare il loro generoso contributo a questo apostolato che è il più bello, il più completo ed il più urgente dei nostri tempi, destinati a dare un meraviglioso spettacolo di Unità. “Una coniunctis viribus – diciamo col Santo Padre – impendite operam, proxidum suppeditate auxilium“. Nell’intraprendere questo arduo ed ardito lavoro editoriale non posso non tener conto della mia impurità da un lato e, dall’altro, della totale mancanza di mezzi materiali. Fu per questo che, appena tirate le prime bozze di stampa di OIKOUMENIKON andai nelle grotte vaticane a deporle sul Sepolcro di San Pietro ove celebrai la mia Messa che fu poi seguita immediatamente da un’altra celebrata solennemente in rito Siro-libanese. In spiritu et in simplicitate cordis feci omaggio di questo primo numero al Principe degli Apostoli San Pietro perchè si compiacesse di concedere la sua protezione e di ottenere la Divina Benedizione. Posta così l’iniziativa nelle mani del Signore e del Suo primo Vicario mi sentii pronto ad intraprendere il cammino ed a proseguirlo con serietà di impegno e con santità di intenti usque ad finem, memore delle ispirate parole che l’attuale Successore di San Pietro, Giovanni XXIII, felicemente regnante, rivolse ai parroci di Roma il 30 gennaio 1959 nel sacro Cenobio dei SS. Giovanni e Paolo. “Quando si ha l’anima aperta, Egli indicherà la Sua luce e farà sentire la Sua fiamma; ci colmerà della Sua grazia. Occorre andare con fiducia verso la Provvidenza, che, toccando gli intelletti, riscalda i cuori, rende fecondi i buoni propositi, rinsalda il senso della disciplina, assicura i più felici risultati”. Ognuno di noi cooperi generosamente a questo fine e traduca in frutti copiosi di fecondo apostolato il proposito paolino; “Ego autem libentissime impendam, et superimpendar ego ipse, pro animabus“ (2 Cor. 12,15) – ad esecuzione della preghiera testamentaria del Divino Buon Pastore – “omnes sint unum”. Il Padre Giulio – (OIK 1 Aprile 1961).

IL PRIMO PASSO VERSO IL CONCILIO ECUMENICO È STATO FATTO: L’esposizione cronologica ed i brevi commenti di presentazione della Parola del Santo Padre sul Concilio Ecumenico in genere e sull’unità della Chiesa in specie – di cui ai quaderni primo e secondo di Oikoumenikon – costituiscono davvero, e non solo, come ci assicurano le tante lettere che ci pervengono da ogni dove, un prezioso prontuario per chiunque voglia tenersi aggiornato sui problemi più importanti della nostra grandiosa epoca, ma anche, e soprattutto, una dimostrazione della perennità e della stabilità della Chiesa in tanto fluttuar e cangiar di cose, di idee, di nazioni e di religioni. La Chiesa – presente, di diritto e di fatto, sull’intero globo presente ed immersa nelle realtà contingenti, che pur trascende – dalla Parola e dagli Atti del Santo Padre, dalle prime ufficiali notizie sulla fase antipreparatoria e preparatoria del Sacro Concilio Ecumenico Vaticano II appare sempre più splendente, in tutta la sua perenne giovanile vitalità per il Sangue di Cristo che fluisce nelle sue mistiche membra e per la Grazia del Divin Paraclito che l’assiste, la regge e la fa crescere de die in diem cioè di luce in luce senza ombre senza rughe: immacolata! Giunti a questo punto, e prima di incominciare la raccolta degli ACTA della seconda fase – quella “preparatoria” – del Sacro Concilio, ci sembra opportuno dare uno sguardo retrospettivo dell’intenso e serrato lavoro svolto in quell’antipreparatoria dall’indefessa attività del Santo Padre, delle Commissioni, dell’Episcopato e di quanti furono chiamati a cooperare a tal fine. “Sono stati fatti, ovviamente – come dice l’Osservatore Romano del 5 giugno 1960 – passi da gigante, perché si trattava e si tratta di camminare su quella strada, più apostolica che consolare, la quale da Roma porta a tutte le strade del mondo ed ha astronomiche misure di tappa, come la Via lattea, che i popoli germanici ancor oggi chiamano Strada di Roma. Sono state inviate lettere di comunicazione ufficiale e di invito per i lavori conciliari ad Arcivescovi e Vescovi, a Vicari e Prefetti, a Superiori di Ordini religiosi – sia esenti che non esenti – a Rettori di università ecclesiastiche e cattoliche, a Presidi di facoltà teologiche e giuridiche. Complessivamente si è svolta una corrispondenza di altissimo livello dottrinale con circa 3000 destinatari: una corrispondenza che si è allargata nel mondo, oltre ogni barriera di nazione, di lingua, di razza: oltre ogni cortina d’ostacolo alla unità cattolica. Come si è svolto il lavoro? Si può dire: con l’esperienza coordinatrice di questa nostra Roma, dove dalle guerre puniche ad oggi la burocrazia ha avuto sempre una cosmopolitica ampiezza di vedute. La connaturale tendenza alla sintesi – pur nella concretezza dell’analisi – ha potuto far sì che in soli nove mesi la enorme massa di “consigli e suggerimenti” pervenuti all’Episcopato mondiale, di “proposte” raccolte nella Curia stessa, di “studi e voti” spediti dalle università e facoltà universitarie, sia stata raggruppata, sezionata, selezionata, coordinata ed infine sintetizzata. Praticamente si è cominciato con un lavoro di archiviatura e di copiatura per ogni risposta pervenuta all’invito: poi ogni missiva – e quasi sempre erano dispacci voluminosi e densi – è stata “letta” cioè esaminata, vagliata valutata. Quindi si è passati alla schedatura per materie e per argomento. E mentre da un lato si effettuavano le commisurazioni formali della statistica (tanti inviti, tante risposte, tante percentuali) dall’altro si potevano trarre da questa sterminata planimetria della Chiesa vivente i rilievi generali, che – come avrebbe fatto un architetto per il piano regolatore d’una città – delineavano i confini dei vari e più importanti problemi locali (nazionali, coloniali ecc.) della cattolicità. Alla fine si è potuto pervenire ad una sintesi finale e conclusiva degli stessi rapporti sintetici, dove sono raccolti ed esposti gli argomenti che hanno sollecitato l’interesse dell’Episcopato di tutto il mondo. Lo stesso processo di catalogazione, di schedatura, di coordinamento veniva compiuto per le proposte inviate dalla Curia Romana; per quelle battute, cioè del dialogo fra l’Urbe e l’Orbe, costituito dal continuativo contatto degli organi centrali con le risposte degli organi diocesani, nazionali, supernazionali. E lo stesso lavoro s’è portato a compimento entro l’aprile 1960, per i voti e gli studi delle università. In tal modo ai primi del maggio 1960 l’impresa antipreparatoria poteva dirsi conclusa sotto la continua e saggia guida dell’Ecc.mo segretario della Commissione Centrale Mons. Pericle Felici, il quale quasi giornalmente ragguagliava l’Ecc.mo Presidente Card. Domenico Tardini ricevendone illuminate e precise direttive. Il Santo Padre ha sempre voluto leggere accuratamente ed esaminare attentissimamente non solo le numerose schede, i rapporti sintetici, le indicazioni copiosissime e preziose di questo lavoro, cotanto vasto e pur così millimetricamente preciso, ma ha messo postille autografe sugli stessi atti originali pervenuti alla Commissione Centrale dai più lontani, dai più numerosi e dai più Santi Vescovi dell’Orbe cattolico (cfr. A.D.C.O.V.II Serie I Antipreparatoria). I frutti di questo immane lavoro sono già stati raccolti e pubblicati per volontà del Papa in densi volumi che costituiscono la Prima Serie degli Atti Pre- Conciliari, di cui è di pubblicazione solo il primo volume, mentre gli altri sono riservati alle Commissioni Preparatorie del Concilio come materia di studio per mettere a fuoco quei gruppi di questioni da cui il Vicario di Cristo trarrà gli argomenti da porre all’ordine del giorno del Concilio Vaticano Secondo il cui grandioso evento già si delinea su un orizzonte sempre più splendido di promettentissime certezze di successo per l’esaltazione della Santa Madre Chiesa Universale. Con questo terzo quaderno OIKOUMENIKON comincia ad illustrare il secondo tempo preconciliare e, mentre continuerà, come nei due quaderni precedenti, a raccogliere ed a coordinare gli Atti ed i Documenti sia della Santa Sede che dell’Episcopato Cattolico, pubblicherà e commenterà altresì le notizie e gli avvenimenti più aggiornati intorno al Concilio Ecumenico. Il Padre Giulio – (OIK 1 Maggio 1961)

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