Vide anche una vedova povera LUNEDÌ 23 NOVEMBRE 2020
LUNEDÌ 23 NOVEMBRE (Lc 21,1-4)
La donna più povera di ogni tempo che dona tutta se stessa Dio, nel suo corpo, nel suo spirito, nella sua anima, per tutto il tempo della sua dimora sulla nostra terra, è la Vergine Maria. Non appena l’Angelo le annunzia la volontà del suo Dio, Lei si dona tutta, senza trattenere per se stessa neanche un pensiero, un desiderio, un semplice moto del suo cuore: “Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei” (Lc 1,26-38). Più Dio di dona a noi e più noi ci doniamo a lui. Più accogliamo Lui nel cuore e più siamo capaci di donarci a lui. Oggi tutte le crisi di identità spirituali e fisiche, sono segno di questa carenza di Dio nel cuore. Avendo il cuore vuoti di Dio, dobbiamo colmarlo di ogni fieno di superbia, ambizione, vanità, accaparramento di ruoli e di ministeri.
La povertà è vera, se vera è l’umiltà. Umiltà falsa, povertà falsa. Maria non è donna umile, è l’umiltà in persona: “Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre»” (Lc 1,46-55). Noi oggi predichiamo una povertà atea. Un cuore non si svuota di sé, se non viene colmato di Dio, in Cristo Gesù, per opera dello Spirito Santo. La povertà vera è sempre e solo opera della Beata Trinità nel nostro cuore. Oggi siamo talmente ricchi di noi stessi da essere incapaci di cantare le glorie del nostro Dio. Non avendo Dio nel cuore neanche lo possiamo cantare. Maria invece, stupenda opera della Trinità, canta mirabilmente il suo Dio.
Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
La povertà di Maria non ha fine perché non ha fine la sua umiltà e la sua obbedienza. Presso la croce si lascia donare dal Figlio al discepolo e dal discepolo si lascia prendere come sua vera Madre: “Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé” (Gv 19,15-27). Maria si è posta interamente nelle mani del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Si è lasciata prendere come Madre dal discepolo per servirlo con lo stesso amore, la stessa fede, la stessa speranza con la quale ha servito Gesù. Lei sì che ha dato a Dio tutto quanto aveva per vivere. È stata tutta di Dio.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni cristiano sia veramente povero in spirito.
Commento al Vangelo estratto dai Homily Voice. – Mons. Costantino Di Bruno
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